Lucrezia e le altre


Lunedì 3 febbraio, alcune classi della nostra scuola hanno assistito allo spettacolo teatrale Lucrezia e le altre.

Partendo dal mito e attraverso la lettura di brani tratti da Esiodo (Teogonia, Le opere e i giorni), Ovidio (Metamorfosi), Livio (Ab urbe condita), le tre bravissime interpreti ci hanno condotto a ritrovare le radici della violenza di genere e ci hanno spinto a riflettere su alcuni stereotipi consolidati nella nostra cultura.

 

"LUCREZIA E LE ALTRE”

(Luca, 4ACAT)

Lunedi 3/02/2020 abbiamo assistito in auditorium allo spettacolo “Lucrezia e le altre” interpretato da Elisabetta Vergani e Silvia Romani: il tema trattato era quello della violenza di genere.

Lo spettacolo narra, attraverso un percorso tra i miti greci e latini, l’origine della violenza di genere e di come essa si sia diffusa nella civiltà antica, partendo dal mito della nascita di Afrodite, dea dell’amore, nata a seguito di uno atto di violenza e proseguendo attraverso vari miti greci che descrivevano la violenza sulle donne come atto di normale quotidianità.

Il mito che dà il titolo allo spettacolo è quello di Lucrezia, una giovane e nobile donna che nel VI a.C. venne violentata dal figlio dell’ultimo re di Roma, Tarquinio il superbo, convinto che ella non avrebbe raccontato il fatto. Alle prime luci dell’alba, invece, Lucrezia denunciò l’accaduto al marito e successivamente si tolse la vita: fu la prima donna a denunciare una violenza. A seguito della sua denuncia il popolo insorse e finalmente a Roma cadde la monarchia dominata dagli Etruschi e si instaurò la repubblica.

Questi miti sottolineano il fatto che purtroppo la nostra civiltà occidentale è fondata sulla violenza di genere: ad esempio non ci sarebbe stato l’Impero romano se i romani non avessero attuato uno stupro di massa, passato alla storia come Ratto delle Sabine.

Ovidio affermava che alle donne piaceva essere violentate o essere la causa di tutti i mali, come hanno raccontato i poeti. Questo ha reso accettabile e quindi normale attuare la violenza nell’ antichità.

Mi ha colpito molto un passaggio in cui venivano elencate solo alcune donne che nei miti antichi sono state violentate ed erano tante: questo mi ha fatto molto riflettere su quello che siamo stati e siamo e di come dovremmo evitare che tutto ciò accada ancora, ma soprattutto su come sia importante studiare la storia per imparare dal passato a non commettere più gli stessi orrori.

Infine l’attrice ha ricordato che ancora al giorno d’oggi ci sono persone che agiscono in modo violento sulle donne e ha raccontato come la violenza fosse regolamentata e giustificata fino alla fine degli anni ’90: infatti nei tribunali fino al 1996 la violenza sulla donna era considerata accettabile se un uomo scopriva che sua moglie lo tradiva.

In conclusione mi sento di affermare che questo incontro è stato molto importante e che il problema della violenza di genere è un problema ancora aperto.