PORRAJMOS (incontro 2018): FARE MEMORIA PER CONOSCERE UN POPOLO
Grazie a Stefano Pasta per averci “confuso” le idee sui Rom, mercoledì 21 febbraio 2018 al secondo incontro previsto dal Progetto Giornata della Memoria. Questo tipo confusione, come lui stesso ci aveva annunciato e spiegato bene, non è mai una lente sfocata su eventi, popoli, culture e persone perché è uno sguardo lucido, curioso e appassionato alla complessità in cui tutti abitiamo. E di complessità, quando si parla del popolo Rom, se ne trova davvero tanta: li vediamo noi per quello che davvero sono, dal punto di vista di numeri, cultura e società?
Non sempre, anzi quasi mai, come ci ha dimostrato con competenza il giovane ricercatore nostro ospite. Per guidarci in questa lettura non prevenuta e banale di un popolo che lui stesso ama profondamente è però giustamente partito dalla storia, per dare corrette dimensioni al dibattito sul presente. E’ qui che si incontra il Porrajmos, lo sterminio dei Rom, perché nei Lager sono stati deportati anche loro. E l’Italia fascista per la “piaga zingara” aveva costruito otto campi nel centro-sud del Paese, che non possono essere dimenticati. Anche per i Rom l’odio che ha portato ad Auschwitz è stato costruito in modo graduale, come ci è stato spiegato bene entrando in quel passato troppo recente, dove le violenze sono state preparate e anticipate dalla parole.
Per evitare allora che ancora oggi parole arrabbiate contro questa minoranza diventino gesti di intolleranza è stato utile scontrarsi con semplici dati inaspettati. Un esempio: da noi in Italia i Rom sono lo 0,23% della popolazione, tra 130 e 180.000 persone di cui più della metà è minorenne e solo il 3% ha più di 60 anni, e 2/3 abitano in casa, non in accampamenti abusivi. L’incontro è stato però anche un momento di onestà, dal momento che siamo stati liberi di esprimere anche qualche fatica nel convivere con questa minoranza, che è stata presa in considerazione, analizzata e motivata assieme, in alcuni casi ridimensionata, in altri completata con prospettive più articolate. Possiamo dire che siamo stati guidati nella posizione privilegiata di chi, tra il pregiudizio e il buonismo, non si accontenta di visioni miopi su fatti e persone, ma fa memoria del passato per interessarsi al presente, da scoprire nella sua complessità. L’augurio che possiamo farci tutti, e soprattutto ai futuri studenti che a Febbraio di quest’anno hanno scelto di iscriversi da noi per il prossimo, è allora quello di continuare a vivere la Scuola come una finestra sul mondo, sulla città e su chi li abita, interessata a capirli di più contro ogni forma di razzismo, proprio come siamo stati aiutati a fare noi tutti martedì scorso.
Chi volesse approfondire, può consultare il sito http://www.romsintimemory.it/