Diritti, libertà, democrazia: incontro con Valerio Onida (11/3/2019)


locandina Onida

Diritti, Libertà, Democrazia.

11 marzo, Auditorium IIS Cardano – Incontro con il prof. Valerio Onida (Ex Presidente della Corte Costituzionale, giudice, giurista e professore emerito di Diritto Costituzionale), sul tema “70 anni di Costituzione: fondamenti valoriali, dignità delle persone, tutela dei diritti”.  

Diritti, Libertà, Democrazia. Queste tre parole sono state pronunciate più volte in Auditorium stamane dal professor Onida e chi si aspettava solo una lezione di storia probabilmente è rimasto deluso. La conoscenza storica, come ha ricordato il professore, è la premessa per capire il passato e, quindi, saper vivere criticamente il presente, ma è necessario conoscere profondamente lo spirito delle azioni degli uomini che, in quegli anni, hanno fatto la Storia.

La nostra Costituzione, come è noto, è entrata in vigore il 1° gennaio 1948, ed è il risultato di un lungo lavoro congiunto di forze politiche ideologicamente distanti, ma accomunate da un chiaro intento: prendere le distanze dal passato recente e impedire che quel passato, sostanziato di autoritarismo e negazione di diritti e libertà, potesse ripetersi.

Diritti. Questo il primo movente importante dei nostri Costituenti: la salvaguardia dei diritti. Ed ecco perché, tra i principi fondamentali, l’art. 2 della nostra Carta recita:

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita`, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta` politica, economica e sociale .

A questo proposito, il professor Onida, ci ha proposto la lettura del primo articolo della Dichiarazione Sulla Razza votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 Ottobre 1938, dove si parla di “necessità di una coscienza razziale” e di “miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti”. Quanta consapevole distanza i nostri Costituenti hanno voluto prendere da queste parole! In quella Dichiarazione, infatti, la logica conseguenza è la discriminazione di quanti non sono ritenuti appartenenti alla “razza italiana” e, come è noto, in particolar modo (ma non solo) dei cittadini di “razza ebraica”; la logica conseguenza dell’articolo sopracitato della nostra Costituzione è, invece, la tutela da parte dello Stato dei diritti inviolabili dell’uomo, di tutti gli uomini.

Ma non è tutto. I diritti, come ha sostenuto il professore, non sono mai un punto di partenza, ma un punto di arrivo. E di questo i Costituenti sono perfettamente consapevoli, quando scrivono, nell’art.3 della Costituzione:

Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta` e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Rimuovere gli ostacoli: questo è il compito dello Stato per permettere all’uomo, a tutti gli uomini che sono eguali davanti alla legge, di giungere al pieno sviluppo della persona umana. Un concetto interessante, questo: lo Stato come garante della libertà dei cittadini. In quest’ottica, le leggi diventano uno strumento facilitatore, un mezzo per permettere a tutti di realizzare se stessi come individui e di partecipare alla vita della collettività. E’ evidente, quindi, che la nostra Costituzione assimila diritti e libertà: a questo proposito, il professor Onida ha citato il discorso delle Quattro libertà del presidente americano F.D. Roosevelt, ricordando che le libertà in questione (di espressione, religiosa, dal bisogno e dalla paura) non possono esistere separatamente: nessuna di queste “libertà” vive di vita propria o può prevaricare sulle altre; dove manca una, vengono meno tutte.

E qui compare l’ultima parola importante che il professore ha voluto commentare: democrazia o, per citare le sue esatte parole, sovranità popolare. Leggiamo l’art. 1 della nostra Costituzione:

L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranita` appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

La sovranità, ci dice la nostra Costituzione, appartiene al popolo, che non è più concepito come un insieme di sudditi, ma di cittadini, che partecipano alla vita politica ed esercitano il potere nelle forme e nei limiti della Costituzione. La sovranità del popolo non è assoluta, ma regolata. La nostra Costituzione e le nostre leggi non cedono il potere a una maggioranza di cittadini, ma si preoccupano che la maggioranza eserciti questo potere nel rispetto di tutta la collettività, valutando le necessità e difendendo i diritti di tutti, anche quelli della minoranza. I diritti, ancora una volta, si affacciano come protagonisti assoluti del dettato costituzionale.

E’ stato un incontro importante, quello con il professor Onida, soprattutto per i nostri studenti, che si apprestano a diventare cittadini attivi attraverso il diritto di voto. E lo vogliamo ringraziare per averci fatto conoscere e apprezzare, soprattutto in un momento in cui il cammino sembra sempre più confuso , un compagno di viaggio prezioso: la Costituzione della nostra Repubblica.