La Milano di Manzoni


La Milano di Manzoni

Mercoledì 29 maggio la classe 2ASP, accompagnata dalle docenti Martina Dri ed Emanuela Pavesi, ha dedicato la giornata a un'uscita avente come temi l'importante romanziere Alessandro Manzoni e il percorso che il suo personaggio "Renzo Tramaglino" ha seguito durante la sua prima entrata in Milano nel '600, raccontata nei Promessi Sposi.

L'uscita è iniziata a Porta Venezia, la quale in passato aveva il nome di Porta Orientale.

A fianco a questa porta vi era il famoso lazzaretto nel quale furono deportati i numerosissimi milanesi ammalati di peste, di questo però non è rimasto che un muro (il quale ora è parte di una chiesa ortodossa) e la cappella dedicata a San Carlo, il santo protettore degli ammalati, fin da allora posta al centro della struttura, all'interno della quale i malati  potevano pregare assieme ai monaci cappuccini, che si dedicavano alla cura degli appestati.

Durante il percorso verso Piazza San Babila siamo passati accanto al Planetario, dove, nel romanzo, si trovava la croce di San Dionigi, ai piedi della quale il protagonista trovò i due pani che poi restituì dandone altrettanti ad una madre bisognosa.

In seguito abbiamo proseguito il percorso che fecero gli uomini e le donne in rivolta durante la giornata e ci siamo diretti verso Corso Vittorio Emanuele II, lungo il quale abbiamo potuto notare l'antica targa del Forno delle Grucce, forno dal quale iniziò la rivolta pane nel giorno 11 novembre 1628, riportata all'interno dei capitoli XI e XII.

Superata Piazza Duomo, siamo passati per Piazza dei Mercanti che prese tale nome poiché all'interno di questa è presente un grande edificio, nel quale veniva allestito il mercato.

Abbiamo poi raggiunto Palazzo Marino, ovvero il palazzo in cui probabilmente visse la famiglia della Monaca di Monza e che oggigiorno svolge la funzione di municipio.

Abbiamo poi visitato Piazza San Fedele, all'interno della quale vi sono sia la statua dello scrittore che la chiesa sui cui gradini ebbe un malore pochi giorni prima della sua morte, la stessa chiesa in cui era solito ritirarsi in preghiera.

Infine, come penultima tappa ci siamo fermati davanti ad un portone ai cui lati vi sono due statue di grandi dimensioni in pietra, per questo detto “Casa degli Omenoni”; davanti a questo portone Manzoni vide massacrare un uomo dalla folla, per ciò decise di riportarlo nel suo romanzo proprio nell’illustrazione della scena in cui Renzo verrà assalito essendo stato scambiato per un untore.

Conclusa la parte dedicata al percorso di Renzo in Milano, ci siamo recati dove si sviluppò il famoso romanzo, ovvero casa Manzoni.

Entrati nell'edificio ci ha accolti una guida la quale, portandoci nelle varie stanze della casa, ha raccontato tratti della vita dello scrittore citando inoltre numerosi amici ed intellettuali con i quali egli entrò in contatto.

Di queste stanze solo due sono rimaste nelle stesse condizioni in cui le lasciò il suo proprietario: lo studio e la camera da letto; quelle restanti invece sono prive di arredamento, ma arricchite da statue e quadri riguardanti la sua opera principale e tratti della sua vita.

Inoltre abbiamo potuto notare le prime redazioni dei testi da lui composti, che andavano dai Promessi Sposi fino alle opere di carattere religioso.

La guida ha anche parlato delle passioni che aveva l'autore e fra queste vi era la botanica, motivo per il quale all'interno del romanzo lo scrittore si è inoltrato spesso nella descrizione della flora incontrata dai vari personaggi.

Questa particolare esperienza è stata molto interessante e curiosa, poiché abbiamo potuto immaginare la Milano trovata da Renzo nel '600  e confrontarla con quella odierna, camminando lungo le stesse strade in cui si è mosso il promesso sposo.

 Alessio Rossin e Beatrice Giulia

foto di Matteo Mancini e Alice Malvezzi

Manzoni