Le lezioni fuori dall’aula


Le lezioni fuori dall’aula: una mattina di scuola di “Legalità e lotta alla mafia” al Teatro Strehler

Il giornalista Cesare Giuzzi, del Corriere della Sera, illustra le diverse tipologie di mafia, le loro origini al sud e la radicazione ed infiltrazione, a partire dalla metà del ‘900, nel nord d’Italia. Fa riflettere sulla negazione del fenomeno da parte dei politici e sulla difficoltà di narrare la mafia, al di là degli stereotipi.

Il magistrato Alessandra Dolci è indicata come il nemico numero uno della ‘Ndrangheta, in Lombardia e nel Nord Italia. Ha firmato e coordinato una delle operazioni antimafia più monumentali di sempre, chiamata Crimine-Infinito, con oltre duecento arresti tra Milano e Reggio Calabria: assassini, trafficanti di droga, imprenditori e affiliati al crimine organizzato. Smonta la comoda idea che la mafia non ci riguardi, che non ci sia al nord; richiama all’attenzione i tanti bar e ristoranti chiusi e posti sotto sequestro, l’incendio di via Chiasserini che ha avvelenato l’aria di Milano ed interland l’anno scorso: tutto questo è mafia, ben radicata nel ricco nord. Dice agli studenti: “Siate curiosi, leggete, informatevi”, invita a non fermarsi al “volto buono” che tanti film e serie tv offrono dei mafiosi.

Anche il giornalista Paolo Borrometi, che vive sotto scorta, era convinto che la mafia fosse solo a Palermo o a Catania. Poi, a partire dai diciassette anni, ha cominciato a farsi domande, ad indagare a denunciare sulla stampa, in nome dell’art. 21 della Costituzione, ritenendo un suo diritto- dovere informare. Invita i giovani a leggere i giornali, a fare un “consumo critico” per non fare arrivare denaro alla mafia.

Si esce dal teatro ma ci si ferma ancora un po’ fuori a discutere, a farsi domande: oggi abbiamo fatto educazione alla cittadinanza attiva.