Liliana Segre - Una donna di pace
Liliana Segre - Una donna di pace
Un certo disincanto tipico dell’età adulta vuole che per conoscere e voler davvero bene a una persona sia necessario lungo tempo. Lunedì 12 Febbraio Liliana Segre ha saputo smentire questa prudenza: dopo la straordinaria testimonianza della sua lotta contro l’orrore di Auschwitz, dove hanno vinto la vita, la pace, l’amore e l’umanità, ognuno dei presenti sembrava esprimere per lei lo stesso sincero affetto che si prova per un amico di lunga data.
La sua personale vittoria contro quel male profondo ci è stata data in eredità in un Auditorium gremito di studenti, insegnanti e personale scolastico. Stretta attorno a lei era rappresentata tutta la Scuola, in un’atmosfera intima e solenne, come convocata dal racconto di una storia preziosissima da cui siamo usciti tutti in qualche modo cambiati.
Una “donna di pace”, come si è giustamente chiamata lei stessa, che a 14 anni ha scelto di essere diversa dai suoi carnefici nazisti, ci ha accompagnato al tempo delle persecuzioni razziali e della Shoah da cui è sopravvissuta, perdendo l’amatissimo padre e i nonni. Ci ha condotti in un viaggio di mente e cuore attraverso quella storia drammatica che si è scontrata con la sua, e sembrava quasi di essere lì con lei ragazzina, a fuggire dall’Italia razzista attraverso le Alpi svizzere, a sfilare attraverso il cortile del carcere per salire sui vagoni piombati, e poi ancora nel Lager davanti al dito dell’ispettore nazista che alle selezioni separava ogni giorno, impassibile, i sommersi dai salvati. Ci saremmo anche facilmente immedesimati con lei se avesse raccolto da terra, con il senso di una giusta vendetta, la pistola casualmente lanciata vicino ai suoi piedi da un aguzzino del campo, per nascondersi in fretta dagli alleati, e sparare a quell’uomo. Ed ecco invece la grande lezione inaspettata, ed ecco invece il semplice ma enorme segreto che ci ha trasmesso, decidendo allora di non sparare: per chiunque è sempre possibile non odiare, non uccidere, non disprezzare, ed è più degradante essere assassino che vittima. Con questa vittoria potente della vita e della pace siamo ripiombati al nostro presente di scuola, di città e di mondo, per riflettere su come far tacere oggi e per sempre quel male di allora. Un esempio su tutti: lo spreco di 40 quintali di pane ogni giorno a Milano che Liliana ha denunciato, in confronto al cibo guasto trovato per strada che durante la sua “marcia della morte” ha dovuto consumare per restare in vita.
L’incontro con lei è stato molto atteso e preparato con partecipazione tra studenti e insegnanti, e dopo le sue parole, come per ogni lezione di scuola che si rispetti, alla teoria deve seguire la prati
ca: il suo invito è proprio quello di riflettere sul mondo che abitiamo ogni giorno, vegliando su qualsiasi principio di quel male che lei poco più che bambina ha dovuto affrontare. Per esserle davvero riconoscenti non si sottovaluti l’enorme fatica che le costa ogni volta testimoniare un dolore così profondo, per educarci tutti alla pace. Un enorme grazie ancora a Liliana Segre perché lunedì 12 febbraio 2018, proprio come le pietre d’inciampo che per le strade di Milano onorano i deportati nei Lager, nella nostra quotidianità scolastica ci ha fatti inciampare nella sua storia dove ha vinto la vita.
Invitiamo tutti coloro che hanno partecipato all'incontro con la signora Liliana Segre e vogliono condividere con altri una loro riflessione a scrivere a referente.didattica@iiscardano.gov.it
Qualche riflessione in più